Tecniche e strategie per costruire un gioco di squadra efficace nel calcio

Il calcio è un gioco collettivo che richiede una complessa interconnessione tra i giocatori.

 

Spesso si sottovaluta il significato di gioco di squadra e ci si rifugia in un termine che non lo definisce affatto: estetica del gioco

 

Ma nel calcio si può davvero parlare di estetica come si fa nella moda? O forse è meglio parlare di efficacia?

 

Non dimentichiamo che l’obiettivo di chi fa calcio è vincere le partite, oggi o in futuro. Quindi ogni cosa che facciamo per crescere come squadra è correlata all’efficacia durante la gara che ci consentirà di raggiungere l’obiettivo di vittoria.

 

Tale aspetto spesso sfugge per via di una valutazione superficiale della definizione di gioco di squadra.

 

Questo articolo analizzerà le competenze fondamentali, quali il passaggio e la copertura, che rendono il calcio uno sport di squadra e la figura dell’allenatore che ha il compito di trasmettere i principi di gioco, gestire gli strumenti di apprendimento e sviluppare un modello tattico adatto alla propria squadra.

 

Cosa rende il calcio un gioco collettivo

L’allenatore deve saper scansionare in maniera approfondita il gioco del calcio e conoscere perfettamente le sue dinamiche.

 

Probabilmente la prima caratteristica di cui deve essere consapevole è la sua espressione collettiva.

 

Spesso viene dato per scontato ma se ci soffermiamo sul perché il gioco del calcio è un gioco collettivo, scopriamo gli elementi principali su cui far leva durante il lavoro settimanale, indipendentemente dalla categoria che si allena.

 

Si potrebbe pensare alla banale affermazione: “il calcio è un gioco collettivo perché è uno sport di squadra”.

 

Si, ma quali sono gli elementi fondamentali che lo rendono tale?

 

Focalizziamo l’attenzione su due competenze, le più importanti e anche le uniche in grado di definire il calcio un gioco di relazioni e interconnessioni, un gioco di squadra appunto. 

 

Esse sono:

    • il passaggio
    • la copertura
     

    Rappresentano l’espressione della collettività nelle due fasi di gioco: quella offensiva e quella difensiva.

     

    Il passaggio è la competenza offensiva che trasforma un’azione individuale in una collettiva.

     

    Allo stesso modo, la copertura è la competenza difensiva che trasforma un’azione individuale in una collettiva.

     

    Nel calcio si scende in campo in undici ma si gioca sempre in situazioni ridotte di 2vs1 e 2vs2.

     

    Tutto il gioco racchiuso nel 2vs2

    Proprio nella situazione del 2vs2 si racchiude l’insieme delle caratteristiche e competenze che rendono il calcio un gioco collettivo. 

     

    Partiamo dal giocatore in possesso palla.

     

    Esso ha la facoltà di scelta tra una conduzione e un passaggio. Quindi tra un’azione individuale e la realizzazione di una relazione con un compagno. 

     

    Allo stesso modo, il compagno potrà eseguire una scelta di smarcamento, finta o ricezione in caso di passaggio. 

     

    E poi i giocatori in fase di non possesso.

     

    Uno si occuperà della marcatura e in caso potrà scegliere di anticipare o temporeggiare.

     

    L’altro eseguirà una copertura o un marcamento in caso di cambio di possessore di palla tra i due avversari. 

     

    Questo per dire che in una situazione di 2vs2 si creano costantemente connessioni tra i giocatori e le situazioni di gioco variano in maniera imprevedibile.

     

    Nel 2vs2 troviamo dunque la situazione completa del gioco collettivo attraverso l’espressione delle competenze del passaggio e della copertura

     

    Come l’allenatore di calcio incide sul gioco

    L’allenatore gioca un ruolo chiave nella trasmissione dei principi di gioco. 

     

    Ha il compito di consentire ai propri giocatori di riconoscere le situazioni di gioco e di agire di conseguenza. 

     

    Questo processo di sviluppo richiede l’elaborazione di proposte tecniche esercitative che, oltre a riprodurre situazioni di gioco analoghe al momento gara, permettono l’acquisizione di un linguaggio comune che favorisca la comprensione e l’interazione efficace sul campo.

     

    Nello specifico, l’allenatore dovrà incidere su:

      • azione difensiva con percorsi di allenamento specifici sulla marcatura, il pressing, la pressione e il posizionamento nello spazio e del corpo.
      • azione offensiva con percorsi di allenamento specifici su smarcamenti, sovrapposizioni, triangolazioni, posizionamento nello spazio e del corpo. 

       

      In entrambi i casi notiamo come la fitta interazione tra i giocatori giochi un ruolo essenziale.

       

      L’allenatore deve essere in grado di gestire al meglio tutti gli strumenti a sua disposizione per elaborare percorsi di apprendimento e crescita qualitativi:

        • esercitazioni specifiche
        • analisi video
        • comunicazione efficace
        • condivisione di un linguaggio comune

        1.  

        Queste caratteristiche garantiscono uno sviluppo qualitativo delle abilità degli atleti.

         

        Dai principi di gioco al modello tattico

        Per un allenatore di calcio, è fondamentale sviluppare un modello tattico che tenga conto delle caratteristiche dei propri giocatori e che permetta loro di occupare lo spazio sul campo nel modo più efficace possibile.

         

        Ciò significa analizzare attentamente le abilità e le caratteristiche individuali di ciascun giocatore, al fine di creare un sistema di gioco che sfrutti al meglio le loro potenzialità.

         

        In pratica, l’allenatore dovrà valutare la tipologia di disposizione sul campo più adatta alla sua squadra, prendendo in considerazione le caratteristiche dei propri giocatori.

         

        Ciò richiede una continua valutazione e adattamento del sistema di gioco in base alle dinamiche e mutevoli esigenze della squadra e delle situazioni di gioco.

         

        La libertà di scelta dei giocatori

        Spesso si commette un grave errore: limitare le scelte dei propri giocatori per favorire un’impostazione più rigida del gioco

         

        La verità è che i giocatori creano il gioco e, per questo motivo, devono essere liberi di scegliere all’interno di un’organizzazione dinamica. 

         

        Il gioco di natura non è un’entità rigida, dunque è controproduttivo adottare impostazioni vincolanti. 

         

        L’allenatore deve lavorare per influenzare le scelte dei propri giocatori al fine di migliorarne le prestazioni individuali e collettive, ma allo stesso tempo deve permettere loro di utilizzare le proprie abilità e intuizioni durante il gioco. 

         

        Questo sottile equilibrio, non facile da raggiungere ma possibile, è l’arma più potente che consente a un allenatore di raggiungere un triplice obiettivo:

          1. crescita individuale dei giocatori

          2. crescita collettiva nell’espressione del gioco

          3. motivazione, coinvolgimento e fiducia dei giocatori

           

          Non fare questo errore

          Una delle trappole più pericolose per un allenatore è reagire istintivamente a un errore di un proprio giocatore provando a fornire immediatamente una soluzione.

           

          Questo approccio può essere altamente nocivo per la personalità e la creatività dei giocatori e riduce la capacità di apprendimento degli stessi.

           

          L’obiettivo principale dell’allenatore non deve essere quello di cercare scorciatoie per la vittoria di una partita, ma piuttosto lavorare per lo sviluppo delle abilità dei propri giocatori a lungo termine

           

          È in assoluto il percorso più lungo e richiede una grande dose di pazienza e perseveranza ma è la strada più efficace in termini di apprendimento.

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